venerdì 26 agosto 2016

UMBERTO ECO, UN UOMO LIBERO TRA SCRITTURA E COMUNICAZIONE

Umberto Eco è stato un saggista, scrittore, giornalista, filosofo e linguista, conosciuto soprattutto come autorevole studioso di semiotica. La sua recente scomparsa, avvenuta nel febbraio scorso a Milano, ha determinato un grave lutto nella vita culturale italiana.

È stato professore all'Università di Bologna e ha ricevuto numerose onorificenze.
Ha  prestato molta attenzione allo studio delle scienze umane e al progresso delle comunicazioni di massa, scrivendo saggi come Fenomenologia di Mike Bongiorno.
Aderì al Gruppo 63, movimento letterario italiano d’avanguardia, e fu socio dell’Accademia dei Lincei.
Vinse un concorso in Rai per l’assunzione di telecronisti ma abbandonò presto la tv.
Umberto Eco

Apprezzato scrittore di romanzi, i suoi libri Il nome della rosa e Il pendolo di Foucault sono stati tradotti in numerose lingue e venduti in tutto il mondo. Tra gli ultimi romanzi vanno, invece, ricordati Il cimitero di Praga e Numero Zero, che richiamano il tema del complotto.

Poco prima di morire, aveva fondato la casa editrice La nave di Teseo per sottrarsi all’influenza del potere sull’editoria.

Nei suoi romanzi, Eco racconta storie realmente accadute o leggende che hanno come protagonisti personaggi storici o inventati. Inserisce nelle sue opere dibattiti filosofici sull'esistenza del vuoto, di Dio o sulla natura dell'universo.
Fu sempre attratto da temi piuttosto misteriosi e oscuri e nei suoi romanzi gli scienziati e gli uomini che hanno fatto la storia sono spesso trattati con indifferenza dai contemporanei.
L’autore inserisce innumerevoli citazioni e collegamenti a opere di vario genere. Ciò rende romanzi come Il nome della rosa un turbinio di nozioni di carattere storico, filosofico, artistico e matematico.

Significativa fu anche la sua attenzione per le correlazioni tra dittatura e cultura di massa ne Il fascismo eterno, dove individuava le caratteristiche, ricorrenti nel tempo, del cosiddetto "fascismo eterno" ovvero il culto della tradizione, il rifiuto del modernismo, la paura delle differenze, l'appello alle classi medie frustrate, l'ossessione del complotto, il machismo, il populismo legato alla Tv e a Internet.

Dal punto di vista ideologico fu molto critico verso il terrorismo e i vari progetti di lotta armata, posizione che è contenuta in una serie di articoli scritti sul settimanale L'Espresso e su Repubblica, specie ai tempi del caso Moro.
Umberto Eco

Fu anche attento osservatore della politica italiana tanto che il suo pensiero, manifestato in diverse occasioni pubbliche e interviste, ha spesso suscitato polemiche per via delle sue osservazioni dirette e pungenti.

Lo studio della comunicazione di massa lo ha portato ad attenzionare, in particolar modo, i social. Ha destato, infatti,  scalpore una delle sue ultime affermazioni secondo cui Facebook ha dato diritto di parola a molti imbecilli.

Eco è stato sicuramente uno degli intellettuali più liberi mai esistiti, in nessun modo schiavo del potere.

La sua morte, avvenuta nella sua casa di Milano, dovuta ad un tumore al pancreas, è stata seguita da funerali laici al Castello Sforzesco, dove migliaia di persone si sono recate per l'ultimo saluto.
Nel proprio testamento Eco ha chiesto ai suoi familiari di non autorizzare né promuovere, per i dieci anni successivi alla sua morte, nessun seminario o conferenza su di lui.

La sua scomparsa ha sicuramente lasciato un vuoto incolmabile nella cultura italiana che ha così perso un intellettuale di grande spessore.

Un rammarico resta nell'opinione pubblica: quello legato al fatto che Eco non ha mai ricevuto il Premio Nobel.

©DeniseInguanta

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